Pronuncia | n. 23/2017 del 26/05/2017 |
Parti | Comitato di Controllo c. Aquilanti S.p.A. |
Mezzi | Affissioni |
Prodotto | Showroom per l’arredo bagno |
Messaggio | “Al bagno ci pensiamo noi, tu portaci le tue misure” |
Presidente | Ferrari |
Relatore | Leonini |
Dispositivo | «Il Giurì, esaminati gli atti e sentite le parti, dichiara che la pubblicità contestata è in contrasto con l’art. 10, comma 2, del Codice di Autodisciplina e ne ordina la cessazione.»
Art. 10 – Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona
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Il Comitato di Controllo ha chiesto l’intervento del Giurì nei confronti di Aquilanti S.p.A. in relazione al messaggio pubblicitario “Al bagno ci pensiamo noi, portaci le tue misure”, relativo ad Expoarredobagno, ritenendolo contrario agli artt. 1, 9 e 10 del Codice di Autodisciplina.
Ad avviso del Comitato di Controllo tale messaggio, veicolato attraverso cartelloni sugli autobus cittadini – che mostra una giovane donna nuda, coperta con un cartello con la scritta “Portaci le tue misure”, che con sguardo ammiccante e bocca aperta fa l’occhiolino al pubblico e reca la scritta “Al bagno ci pensiamo noi” – apparirebbe volto a favorire un doppio senso allusivo, che non lascerebbe spazio all’immaginazione circa il suo significato volgare, in contrasto anche con l’art. 10 del Codice. Il messaggio sarebbe altresì in contrasto con l’art. 1 del Codice, essendo idoneo a provocare discredito sulla comunicazione pubblicitaria nel suo complesso considerata.
Aquilanti afferma che la scritta “Portaci le tue misure” farebbe riferimento alle misure del bagno del cliente, come si evincerebbe dalla scritta “Al bagno ci pensiamo noi”. La scelta di proporre l’immagine di una giovane donna non celerebbe un intento malizioso ma risponderebbe alla logica di rappresentare il ruolo decisionale della donna all’interno della famiglia per l’arredo del bagno. Ad avviso di Aquilanti, la ragazza viene rappresentata (apparentemente) senza veli (ma debitamente coperta dal cartello) e scarmigliata, oltre che struccata, per evocare l’immagine di una persona che appena sveglia al mattino si prepara nel proprio bagno per affrontare una nuova giornata. Viene rappresentata mentre fa l’occhiolino non per suscitare malizia o provocare reazioni ammiccanti, ma esclusivamente per manifestare il compiacimento per il bagno che si è fatta realizzare su misura.
Il Giurì ritiene la pubblicità Aquilanti in contrasto con l’art. 10, secondo comma, del Codice di Autodisciplina. Secondo il comune orientamento del Giurì, presentare il corpo di una donna nuda o discinta in un’immagine pubblicitaria non necessariamente urta il comune sentimento del pubblico o di una parte di esso; una cosa è, ad esempio, la pubblicità di indumenti intimi ed altra cosa è quella di un utensile meccanico, in relazione al quale un’immagine femminile non può trovare giustificazione se non nell’apprezzamento del corpo di donna. È pertanto accettabile, che nel pubblicizzare soluzioni per l’arredamento del bagno, Aquilanti abbia utilizzato l’immagine di una giovane donna che, ad avviso del Giurì, non ha nulla di provocante o di volgare. Il Giurì ritiene tuttavia che il messaggio, soprattutto per le parole utilizzate, si presti ad una lettura allusiva ad un doppio senso volgare di contenuto sessista. Il cartello “Portaci le tue misure”, strategicamente posto a coprire il busto della modella e posizionato in modo da essere letto per primo, ha un significato univoco come invito a fornire le proprie misure anatomiche. Solo la successiva lettura della scritta “Al bagno ci pensiamo noi” consente di comprendere il vero significato del messaggio – se ci porti le misure del tuo bagno possiamo fare un progetto e poi realizzarlo – significato che non cancella il ricordo dell’altro malizioso, con i conseguenti intuibili apprezzamenti.
Il Giurì, esaminati gli atti e sentite le parti, dichiara che la pubblicità contestata è in contrasto con l’art. 10, comma 2 del Codice di Autodisciplina e ne ordina la cessazione.