Pronuncia | n. 57/2016 del 15/11/2016 |
Parti | Comitato di Controllo c. ICIM International S.r.l. |
Mezzi | Stampa |
Prodotto | Linea di prodotti ‘Defence Sun’ |
Messaggio | “Tre protezioni, zero pensieri” – “Danni biologici a lungo termine (DNA)” |
Presidente | Spada |
Relatore | Termine |
Dispositivo | «Il Giurì, esaminati gli atti e sentite le parti, dichiara che la pubblicità contestata non è conforme all’art. 12bis CA e ne ordina la cessazione.»
Art. 12bis – Sicurezza
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Il Comitato di Controllo ha chiesto l’intervento del Giurì in relazione al messaggio pubblicitario “Tre protezioni, zero pensieri”, relativo alla linea di prodotti solari ‘Defence Sun’, ritenendolo in contrasto con gli artt. 2, 12bis e 23 del Codice di Autodisciplina.
Il messaggio vanta la capacità dei prodotti reclamizzati di proteggere in profondità la pelle dai raggi solari di ogni tipo: UVA, UVB, IR (“tre protezioni, zero pensieri” – “danni a breve termine da raggi ultravioletti: Uva e Uvb” – “radicali liberi generati dai raggi infrarossi: Ir” – “i danni biologici a lungo termine: Dna”). Nella parte in basso a destra compare inoltre scritta “L’esclusivo ‘Pro Repair Complex’ rafforza i meccanismi protettivi della pelle aiutando a contrastare i possibili danni profondi del sole”.
Per il Comitato di Controllo, espressioni quali “zero pensieri” o “contro danni biologici a lungo termine (DNA)”, indurrebbero i destinatari a comportamenti incauti con risultati che possono essere dannosi per la salute, specie di soggetti con pelle sensibile o bambini. Le “promesse di sicurezza” veicolate dal messaggio sarebbero così apodittiche da suggerire al destinatario un abbassamento del livello di guardia rispetto ai rischi che una protezione incautamente usata può generare.
Ad avviso di Icim, le espressioni utilizzate nel messaggio pubblicitario rispecchierebbero la veridicità dell’azione esercitata dal prodotto per effetto di particolari componenti chimici; azione che sarebbe certificata da test svolti con accrediti scientifici. Icim ha affermato che i suoi prodotti sarebbero in grado di garantire un’adeguata protezione per quanto concerne una attenta e corretta esposizione al sole. L’espressione “zero pensieri” sarebbe, secondo Icim, legittima in quanto avente carattere chiaramente iperbolico, perché è oggettivamente impossibile “ridurre a zero tutti i pensieri”. Del resto, ha aggiunto la ricorrente, l’espressione negativa “zero” qui si riferirebbe non a eventuali “rischi” ma a possibili “preoccupazioni”.
Il Giurì, pur non avendo ragioni per dubitare che le asserzioni presenti nel messaggio possano essere o siano vere, ha rilevato un carattere eccessivamente enfatico, tale da offrire al consumatore derive di rischio e inclinarlo a quella perdita di precauzione generata dal fatto che l’apparato informativo su cui appare fondato il messaggio si traduce in una rassicurazione tendenzialmente assoluta (“zero pensieri”).
Il Giurì, esaminati gli atti e sentite le parti, dichiara che la pubblicità contestata non è conforme all’art. 12 bis del Codice di Autodisciplina e ne ordina la cessazione.