Per il Comitato di Controllo la pubblicità relativa ad un impresa di ristrutturazioni appare sessista per la rappresentazione svilente dell’immagine della donna, vestita con una canottiera bianca e reggiseno nero in vista con una vistosa scollatura sul decolleté mentre tiene in una mano un attrezzo per le ristrutturazioni. Il messaggio crea una commistione di piani tra il corpo della donna, offerto in “vetrina”, e il prodotto che si pubblicizza, conducendo alla mercificazione della persona.
Ingiunzione | n. 57/19 del 11/10/2019 |
Nei confronti di | Adriaker S.r.l.; GEDI Gruppo Editoriale S.p.A; A. Manzoni & C. |
Mezzi | Stampa |
Prodotto | Edilizia – ristrutturazioni |
Messaggio | “Ceramica arredo bagno e pavimenti in legno” |
Articoli violati | 1 – Lealtà della comunicazione commerciale 10 – Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona |
Il Presidente del Comitato di Controllo visto il messaggio pubblicitario “Adriaker – ceramica arredo bagno e pavimenti in legno”, rilevato su “Il Piccolo. Quotidiano di Trieste” in data 29 settembre 2019 ritiene lo stesso manifestamente contrario agli artt. 1 – Lealtà della comunicazione commerciale – e 10 – Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona – del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale. Il messaggio, volto a pubblicizzare un’azienda del settore edilizio mostra in primo piano una giovane donna con una canottiera bianca e reggiseno nero in vista con una vistosa scollatura sul decolleté mentre tiene in una mano un attrezzo per le ristrutturazioni. Ad avviso del Comitato di Controllo, è fuori di dubbio che siffatta comunicazione commerciale veicoli una rappresentazione svilente della donna, determinando il contrasto del messaggio con l’art. 10 del Codice. Il corpo femminile viene, infatti, strumentalizzato al solo scopo di attirare l’attenzione del pubblico. La comunicazione crea una commistione di piani tra il corpo della donna offerto “in vetrina” e i servizi che si pubblicizzano, che conduce inevitabilmente alla mercificazione della persona. Non esiste giustificazione narrativa o relazione tra l’immagine della persona scelta e le caratteristiche di quanto si pubblicizza e tale gratuito sfruttamento del corpo della donna amplifica la violazione della suddetta norma. Si consideri peraltro che tale ingiustificato uso del corpo femminile e della sensualità genera agli occhi del pubblico riprovazione e sentimenti di rifiuto che determinano un generale discredito che si riflette sulla comunicazione commerciale stessa, intesa come istituzione, e ciò pone il messaggio in contrasto anche con l’art. 1 del Codice.
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