Pronuncia | n. 3/2016 del 9/2/2016 |
Parti | Comitato di Controllo nei confronti di Volkswagen Group Italia S.p.A. |
Mezzi | Tv |
Prodotto | Automobile “Golf GTE” |
Messaggio | “Nuova Golf GTE. L’ibrido in forma sportiva” |
Presidente | Gambaro |
Relatore | Finocchiaro |
Dispositivo | «Il Giurì, esaminati gli atti e sentite le parti, dichiara che la pubblicità esaminata non è in contrasto con il Codice di Autodisciplina.» |
Il Comitato di Controllo ha chiesto l’intervento del Giurì nei confronti di Volkswagen Group Italia S.p.A. (di seguito: Volkswagen) in relazione al telecomunicato “Nuova Golf GTE. L’ibrido in forma sportiva” diffuso sulle reti RAI e Mediaset nei mesi di dicembre 2015 e gennaio 2016 ritenendolo in contrasto con l’art. 12 bis del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.
Lo spot in questione mostra una sequenza di immagini, a ritmo incalzante, che rappresentano quattro diverse tipologie di futuristici mezzi. L’inquadratura quindi si sposta sulla vettura
pubblicizzata, che sfreccia ad alta velocità in quella che pare una galleria semi-illuminata, eseguendo una manovra di testacoda per poi arrestarsi lasciando sullo sfondo una città illuminata.
Il Comitato ritiene che lo spot sia interamente incentrato sull’esaltazione dei connotati di potenza e velocità dell’auto. Tale esaltazione, accentuata dall’atmosfera creata dalla musica e dalle immagini e non controbilanciata da un adeguato rilievo al senso di responsabilità alla guida, promuoverebbe uno stile di guida imprudente e pericoloso. L’irrealtà delle scene rappresentate non varrebbe a neutralizzare la pericolosità del messaggio veicolato.
Volkswagen ha eccepito che lo spot si contraddistingue per l’ambientazione futuristica lontana dalla realtà e che l’esaltazione della sportività dell’auto non può essere esclusivamente ricondotta all’elemento della velocità. L’intera costruzione del comunicato, rappresentante una serie di mezzi “futuribili”, rinvierebbe quindi a elementi di irrealtà e spettacolarità, talmente enfatizzati e così lontani dalla realtà da non poter suscitare alcuna imitazione. Volkswagen ha evidenziato che l’auto pubblicizzata sarebbe raffigurata sempre all’interno di un circuito chiuso, inaccessibile al normale traffico e quindi avulsa dal normale contesto cittadino.
Per il Giurì, è indubbio che lo spot miri a coinvolgere lo spettatore facendo leva su emozioni che legano il piacere della guida alle caratteristiche sportive e audaci dei mezzi rappresentati. Prima con riferimento alle quattro diverse tipologie di veicoli e poi, per analogia, con riferimento all’auto pubblicizzata, le caratteristiche esaltate richiamano istintivamente alla potenza, alla velocità e alla prestanza dei diversi mezzi.
Al contrario, non sembra che il carattere ibrido della vettura pubblicizzata, ispirato a concetti quali l’attenzione ai consumi e il rispetto per l’ambiente, venga particolarmente evidenziato.
Tuttavia, pare al Giurì che tali caratteristiche siano utilizzate sul piano della spettacolarità e della teatralità, in un contesto estraneo alla realtà quotidiana, tale da non poter suscitare alcun comportamento imitativo.
Il Giurì ritiene che, nonostante la legittimità delle preoccupazioni espresse dal Comitato nei confronti della pubblicità automobilistica, che opera in un settore delicato che necessita di particolari cautele, il telecomunicato in questione non debba essere ritenuto in contrasto con le norme del Codice.
Il Giurì, esaminati gli atti e sentite le parti, dichiara che la pubblicità esaminata non è in contrasto con il Codice di Autodisciplina.