Pronuncia | n. 81/2018 del 4/12/2018 |
Parti | Comitato di Controllo c. Secure Refund S.r.l. |
Mezzi | Stampa |
Prodotto | Servizi di consulenza specializzata per la gestione di sinistri e il risarcimento danni |
Messaggio | “MALASANITÀ DENUNCIANDO LA COMBATTI! FATTI RISARCIRE! … rivolgiti alle agenzie di zona” |
Presidente | Gambaro |
Relatore | Ajani |
Dispositivo | «Il Giurì, esaminati gli atti e sentite le parti, dichiara che la comunicazione esaminata non è in contrasto con il Codice di Autodisciplina.» |
Il Comitato di Controllo ha chiesto l’intervento del Giurì nei confronti di Secure Refund s.r.l., in relazione al messaggio stampa “Malasanità denunciando la combatti Fatti Risarcire! …rivolgiti alle Agenzie di zona””, ritenendolo in contrasto con gli artt. 2 e 1 del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.
Il messaggio, volto a promuovere i servizi assicurativi dell’inserzionista, mostra una giovane donna in evidente condizione di disagio fisico, con il volto coperto da una mascherina medica e sullo sfondo l’immagine di un quotidiano titolato: “Medici sotto accusa…”. Ad avviso del Comitato, l’intera rappresentazione mirerebbe a ottenere un forte impatto emotivo sul pubblico, esaltandone le paure e le preoccupazioni, nonché il desiderio di rivalsa in chi si ritiene vittima di ingiustizie, veicolando peraltro una ingiustificabile certezza di risultato tramite il claim “Fatti risarcire…la soluzione è Taddia Group…dal 1990 la sicurezza del risarcimento”.
La resistente ha eccepito che il messaggio si limiterebbe a indicare l’offerta di servizi di consulenza e assistenza in caso di malasanità, dunque nei casi in cui sia configurata una responsabilità medica, non rappresentando in alcun modo un attacco indiscriminato al sistema sanitario. La scritta “Taddia Group dal 1990 la sicurezza del risarcimento”, che compare nel testo con una evidenza minima, non sarebbe percepita dal consumatore come una promessa, considerato peraltro che il servizio pubblicizzato presuppone comunque un vaglio preliminare della singola situazione concreta e valutazioni tecniche.
Il Giurì ha ritenuto che la percezione contestuale di immagine e testo non sia tale da individuare il messaggio come connesso a qualunque tipo di intervento medico-assistenziale, riferendosi unicamente ai casi nei quali sia configurata una responsabilità medica, casi che nel linguaggio comune e dei media vengono definiti di “malasanità”. La scelta di un’immagine certamente incisiva e rischiosa data la delicatezza del tema non è stata ritenuta dal Giurì tale da superare la soglia di accettabilità. Non risulta neppure fuorviante la frase “…la sicurezza del risarcimento”, trattandosi dello slogan utilizzato da sempre dalla resistente per veicolare la propria affidabilità, che secondo il Giurì non si pone dal punto di vista comunicazionale in correlazione con la naturale aleatorietà dei casi di responsabilità medica, essendo il risarcimento il risultato ultimo di una procedura di accertamento della responsabilità stessa.
Il Giurì, esaminati gli atti e sentite le parti, dichiara che la comunicazione esaminata non è in contrasto con il Codice di Autodisciplina.