Ingiunzione | n. 21/21 del 4/6/21 |
Nei confronti di | Kalipharm Srl |
Mezzi | TV |
Prodotto | Filo interdentale Geldis |
Messaggio | “Usalo nel modo giusto!” |
Articoli violati | 9 – Violenza, volgarità, indecenza – e 10 – Convinzioni morali, civili religiose e dignità della persona |
Il Presidente del Comitato di Controllo visto il telecomunicato relativo al filo interdentale “Geldis”, trasmesso sulle reti Mediaset nel mese di giugno 2021 ritiene lo stesso manifestamente contrario agli artt. 9 – Violenza, volgarità, indecenza – e 10 – Convinzioni morali, civili religiose e dignità della persona – del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale, in quanto propone al pubblico dei destinatari una situazione che suggerisce ingiustificata violenza e dotata di una inaccettabile carica ansiogena e scioccante. Il messaggio, volto a pubblicizzare un filo interdentale di diversi gusti, è ambientato in un bosco dove due loschi personaggi sono intenti a tendere un filo interdentale tra due alberi, come se fosse un cavo metallico piazzato di traverso sulla strada sterrata, mentre è in avvicinamento una moto con una coppia a bordo. L’immagine svanisce quando la moto è ormai vicinissima al cavo, teso ad altezza faro. È allora che compare lo slogan finale: “Usalo nel modo giusto!” e l’immagine dei due personaggi che sorridono in modo quasi patologico. È pacifico che una tale rappresentazione, al di là delle reali intenzioni, risulti profondamente e ingiustificatamente disturbante e scorretta, urtando la sensibilità del pubblico in manifesto contrasto con il divieto di utilizzare nei messaggi pubblicitari “rappresentazioni…che secondo il gusto e la sensibilità dei consumatori, debbano ritenersi … ripugnanti”, posto dall’art. 9 e avallando comportamenti devianti, contrari alle convinzioni civili dei cittadini, configurando così anche il contrasto del messaggio con l’art. 10 del Codice. Si consideri che molti motociclisti sono stati vittime di comportamenti analoghi con cavi e filo spinato, messi come trappole per impedire il libero accesso, con conseguenze gravi ed anche mortali. Nessun elemento della comunicazione risulta peraltro idoneo a suggerire una decodifica in chiave positiva o ironica del messaggio che possa bilanciarne la carica diseducativa.
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